Mi piace cucinare. Soprattutto i piatti della tradizione regionale. Uso prodotti freschi, biologici, di filiera corta. I risultati sono apprezzati da chi assaggia i miei piatti. Anche i bambini degli asilo-nido mangiano volentieri quello che propongo nelle tabelle dietetiche della refezione scolastica. Le cuoche che realizzano le mie ricette sono davvero brave.
Mi piace anche mescolare sapori e gusti, aromi e profumi delle cucine del mondo. Spezie, cotture diverse, tecniche di preparazione differenti: com’è divertente mescolarle insieme per ottenere un risultato che soddisfi il palato degli amici riuniti intorno al tavolo.
Non mi piacciono invece i fast-food, ed il cibo spazzatura che propongono. I kebab, dopo le catene di hamburger, sono sempre più diffusi. Non bastavano le feste di compleanno da Mc Donald’s . Tanti ragazzi mangiano in posti simili sempre più spesso.
Un’analisi condotta in Inghilterra da un equipe di scienziati e nutrizionisti ha rivelato che:
– più del 50% dei Doner Kebab contiene carne diversa da pollo o vitello. La maggioranza dei kebab sono un miscuglio di carni diverse, tra cui quella di pecora e di maiale e nel 9% dei casi non si è potuta individuare con chiarezza la natura della carne utilizzata;
– un kebab contiene tra il 98% (nel migliore dei casi analizzati) ed il 277% della quantità giornaliera di sale accettabile, oltre la quale la salute è a rischio;
– un singolo kebab contiene tra le 1.000 e le 1.990 calorie (senza considerare le verdure e le salse);
–ogni kebab contiene tra il 148% ed il 346% della quantità di grassi saturi assimilabili giornalmente da un essere umano (sempre considerando solo la carne);
–i kebab contengono quantità elevate di conservanti ed additivi chimici, necessari per poter assicurare la conservazione del prodotto per mesi.
Ma non è meglio una sana pizza o una schiacciatina con la cecina?
Il testo integrale della ricerca è pubblicato su : http://www.slideshare.net/BUENOBUONOGOOD/kebab-composition-7310783